Vittorio Camaiani riscopre Regina, la collezione autunno/inverno22/23

 

Con la nuova collezione FW 2022-23 Vittorio Camaiani ci porta ad incontrare un’affascinante
artista d’avanguardia, Regina Cassolo Bracchi, nota come “Regina”, attiva soprattutto a partire
dagli anni Trenta ed una delle più singolari artiste del Futurismo milanese. La nuova collezione
Fall/Winter 22/23 di Camaiani verrà presentata a Roma tramite il consueto appuntamento di
AtelierperUnGiorno.

Nella storica sala lettura dell’Hotel Santa Chiara giovedì 13 ottobre 2022
dalle ore 10,00 alle 20,00 Elena Parmegiani presenterà i capi che sfileranno in una sorta di atelier
Anni Cinquanta. Le sculture di Regina in alluminio, plexiglas e acetato stupirono il pubblico di
allora e ancora oggi appaiono dotate di una particolare bellezza e modernità. I tratti essenziali e le
geometrie astratte erano i segni distintivi di Regina, che in questa collezione si trova a dialogare con
lo stilista marchigiano e le sue stoffe. È un lavoro “a quattro mani” in cui le forme rigide della
scultura vengono trasformate e traslate su tessuto da Camaiani in un continuo rimando all’estetica di
Regina, ma rese morbide e fluttuanti, pronte per avvolgere il corpo femminile. Nel dialogo tra
Regina e Camaiani sculture, strutture e disegni diventano l’alfabeto della loro comunicazione; linee
rotonde, triangoli, forme astratte si appoggiano sulla donna Camaiani. La collezione si struttura sui
colori dei materiali utilizzati da Regina come il grigio dell’alluminio e il giallo, il verde e il rosa
del plexiglas. Un abito prende vita da una scultura in plexiglas, un giaccone segue le linee di una
sfera, le gonne a punta come le sculture salgono e scendono dall’orlo e seguono un bozzetto di
Regina. Piccoli triangoli colorati si appoggiano al rigore di un tubino, i pantaloni si muovono fluidi
e finiscono sull’orlo piegati come in una sua scultura, come anche le maniche di una elegante
camicia bianca, pezzo iconico di Camaiani presente in ogni sua collezione. Capo emblematico della
collezione è il giaccone “1969”, ripreso da una scultura in plexiglas bianco e trasparente o quello
giallo in cachemire ricamato a motivi che evocano il canarino scolpito da Regina negli anni
1925/1930. I colori dominanti della collezione sono il grigio perla e il grigio ferro, diverse tonalità
di verde, dal marcio al bottiglia, il giallo, il nero, il rosa e il blu. I materiali sono principalmente
cotone, seta crepe de chine, il jersey, crepe di lana, vigogne, rasatelli e cachemire. Questa collezione
costruita a quattro mani; porta con sè dunque i tratti riconoscibili di entrambi, in un continuo
intreccio tra le rispettive estetiche, come testimoniano i bozzetti dello stilista, per la prima volta
siglati a doppia firma, "Camaiani-Regina".

Regina Cassolo Bracchi (1894-1974) è nota nel mondo dell’arte semplicemente come Regina,
nome con cui firmava le sue opere. La scultrice italiana è tra le protagoniste del secondo futurismo
negli anni Trenta e del Movimento Arte Concreta negli anni Cinquanta del Novecento. Originaria di
Mede Lomellina e moglie di Luigi Bracchi, noto paesaggista valtellinese, Regina è stata tra le
prime artiste dell’avanguardia futurista a realizzare sculture utilizzando materiali innovativi per
l’epoca quali l’alluminio, il plexiglass e il filo di ferro. Regina ha aderito nel 1932 al Futurismo e nel
1951 al MAC, il Movimento di Arte Concreta. Nella sua carriera ha partecipato a importanti mostre
collettive internazionali come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano e la Quadriennale di
Roma. Nonostante questo, Regina non è riuscita a emergere nel panorama artistico del tempo, anche
perché non è mai stata rappresentata stabilmente da una galleria e ha avuto solo due personali in
vita. I più importanti nuclei attualmente esistenti di sue opere si trovano al GAMEC-Galleria d’arte
moderna e contemporanea di Bergamo, al Museo Pompidou a Parigi e nella collezione di Zoe e

Gaetano Fermani a Milano. Questi nuclei comprendono circa 50 sculture e 500 tra disegni, tempere
e collages ma, soprattutto, comprende i capolavori futuristi in alluminio, quali “Aerosensibilità”,
“La Danzatrice” e “La Piccola Italiana”. Attualmente Regina è presente alla Biennale di Venezia
con un nutrito gruppo di sculture degli anni Trenta. Nel 1971 la scultrice pavese affermerà: “Nel
futurismo sono stata sempre autonoma e cioè ho lavorato secondo la vera essenza del futurismo,
tanto che possono essere futuriste anche le mie ultime opere”

Grazie a:
Hotel Santa Chiara
Cantina Ciu Ciu
Lella Baldi